Antonio Zeta e il suo "Baci Salati" - Note di Regia
Il film “Baci salati”nasce da un
soggetto ben assortito , scritto da Renato Zappalà. Un epoca magica, gli anni
60, anni chiave per molti aspetti, nella storia della musica del costume e
dell’evoluzione globale. Ho scritto la sceneggiatura aggiungendo nuovi
personaggi,usando una tecnica ad incastro,facendo ruotare i personaggi come il
“cubo di Rubik” creando dei “riporti simili a quelli che uso per le commedie
teatrali con le tempistiche più veloci. Ho scritto e girato “Baci salati”con i
mente dei personaggi che da bambino vedevo nei film. Daniela Rocca in “Divorzio
all’italiana” di Germi (ancora oggi mi colpisce per la sua modernità e per il
futuristico montaggio) Tiberio Murgia, marito gelosissimo siciliano (ma lui era
sardo) Mario Carotenuto, e il Franco Franchi bagnino, che scorrazzava sulla
spiaggia con il petto proteso in avanti e il sedere all’insù. Ho cercato di
trovare un equilibrio tra scene ironiche, grottesche e romantiche, infatti penso
che l’essere romantici venga da una debolezza dell’essere umano, quindi i miei
personaggi sono tutti deboli e frastornati. La mia presenza dentro il film, l’ho
riversata nel personaggio del professore Amadio, burattinaio della storia,
cinico e sornione, che pur essendo cieco, vede tutto e sa tutto di tutti, quindi
si trova in posizione di vantaggio. Il professore a un certo punto ferma gli
eventi e sposta il tempo,le azioni, decide gli eventi spacciandoli per veri, ma
fa vedere allo spettatore quello che vuole lui si veda. Per finire, alcuni
colori ed espressioni che ho impresso al film (grazie alla fotografia di Dario
Germani) mi sono stati ispirati dai miei maestri della canzone d’autore, da
Fossati a P. Conte, come nella scena della puntura o nella mia preferita quando
Peppino (Barone) ribadisce la sua impotenza sessuale scivolando in lacrime sulle
ginocchia della moglie. Spero di aver realizzato un prodotto gradevole, visto
che si tratta della mia prima regia. In ogni lavoro che ho realizzato ho sempre
dato un occhio all’arte ed uno al pubblico, perche fare pagare un biglietto (oggi
costoso) è una responsabilità che ci prendiamo, quindi bisogna fare il possibile
per guadagnarcelo e fare uscire dal cinema,dal teatro, dal concerto, lo
spettatore soddisfatto.
Antonio Zappalà.
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